lunedì 31 agosto 2015

I costi del Giappone

In Giappone siamo rimasti 24 giorni, escluso i giorni di arrivo e di partenza. Abbiamo attraversato il Paese da sud a nord, arrivando via nave a Fukuoka e ripartendo in volo da Tokyo.
A differenza di quello che si pensa il Giappone non è così costoso.

Abbiamo speso una media 70 € a testa al giorno, escluso solo i mezzi per arrivare in Giappone (nave e aereo). Quindi 1.680 € ciascuno in 24 giorni, escluso i voli. Il sud è meno costoso del centro-nord. Ricordiamo che il costo quotidiano in Russia era di 40 € e in Corea del Sud di 50 €.
Cambio medio 1€ = 133 yen

Abbiamo cambiato una dozzina di alberghi spendendo una media di 50 euro a notte per la doppia, generalmente con il bagno, ma niente colazione (a parte tre o quattro casi dove era compresa). Abbiamo sempre prenotato giorno per giorno con Booking (da uno a tre giorni prima), a parte gli hotel di Kyoto e Tokyo che avevamo prenotato da casa per paura di trovare tutto pieno. Le ryokan costano almeno il 30% in più degli alberghi e spesso hanno il bagno in comune. Due erano particolarmente belle (Koyasan e Matsumoto), con colazioni fantastiche.

I trasporti in Giappone sono costosi, ma non è vero che conviene sempre fare l’abbonamento  del treno, Japan Rail Pass, di una (206 euro), due (329 euro) o tre (421 euro) settimane, a meno che non si pensi di usare il treno ben oltre il necessario. Noi ci siamo mossi parecchio e abbiamo speso circa il 60% di quello che avremmo speso con l’abbonamento. È pur vero che abbiamo sempre preso i treni locali, a parte un’unica volta sulla tratta tra Kyoto e Tokyo, dove siamo saliti sul  velocissimo Shinkansen Nozomi (281 km/h di velocità massima).

In Giappone ci si muove molto bene anche in bus, generalmente più economico del treno e talvolta più pratico. Per esempio si può prendere un comodissimo bus notturno tra Tokyo e Kyoto, risparmiando non solo sul costo del treno e dell’albergo, ma anche tempo.

Indispensabile il sito delle ferrovie giapponesi  http://www.hyperdia.com/   dove si possono simulare i viaggi in treno e poi andare in stazione chiedendo esattamente il biglietto che si vuole. Molto comodo. Nella simulazione, per escludere i treni costosi si devono spuntare le relative voci in fondo alla pagina dove compare il primo elenco di treni.
Costi indicativi del trasporto sulla tratta Kyoto – Tokyo, di 520 km:
-          Shinkansen Nozomi, 2 h e 15’, costo 13.710 yen
-          Treni locali, 9 ore, costo 8.210 yen
-          Bus notturno compagnia Willer, 8 h, costo 4.500 yen (standard) e 6.100 yen (relax)

Il costo al km dei treni locali giapponesi è di circa 16 yen al km, mentre per il superveloce Nozomi si pagano 27,5 yen al km. Per confronto i treni italiani Frecciarossa o Frecciabianca costano circa 18 yen al km. Il costo dei bus giapponesi oscilla tra i 9 e i 14 yen al km.

Bancomat e carta di credito: in Giappone ci sono problemi con il circuito Cirrus, per cui negli sportelli normali non si può prelevare con i nostri bancomat. Anche per il pagamento con le carte di credito nei negozi ci sono talvolta dei problemi. Gli unici sportelli in cui abbiamo prelevato tranquillamente con il nostro bancomat sono quelli della catena di piccoli supermercati 7Eleven, molto diffusi.

Internet e telefono: avere una scheda con internet e traffico telefonico è molto costoso, le cifre oscillano tra i 5  e i 15 euro al giorno. Ma non serve, tutti gli alberghi sono dotati di wi-fi e telefonare con Skype è veramente economico: comprando 10 € di traffico Skype abbiamo telefonato a casa quasi ogni giorno.

Cibo: la frutta costa tantissimo, per il resto si può cenare spendendo molto poco. Un piatto di udon, con acqua fresca, costa meno di 5 euro. Prezzi simili anche per altri piatti locali. Nei supermercati si possono trovare dei piatti già pronti, oppure dei tramezzini di riso ad un euro. In Giappone si mangia bene.
Musei: gli ingressi ai musei costano più o meno come in Italia.

Il perfetto autista giapponese: guanti, microfono per comunicare con il pubblico, e biglietteria.

Una simulazione del viaggio in treno da Kyoto a Tokyo, fatta con il sito Hyperdia.com

I sotterranei della metro di Tokyo, per spostarsi da una linea all'altra si cammina anche più di mezzo km

Lezioni di stile: appena arriva la betoniera il poliziotto stende un telo bianco perché non venga sporcata la strada durante lo scarico della malta

Tutte le scale delle stazioni hanno l'indicazione sul lato da tenere...indicazioni utilissime quando ci sono molte persone

In Giappone si usano le prese piatte, come negli Stati Uniti, serve un riduttore che si può trovare facilmente nei negozi italiani di materiale elettrico

Viaggio di ritorno con Aeroflot: l'areo, come Packman si rimangia tutta la strada che abbiamo fatto via terra...

domenica 30 agosto 2015

Tokyo...dove nascono gli androidi

Oggi piove, tanto per cambiare, decidiamo di dedicare la giornata ai musei, cominciando dal Museo Nazionale dell’Innovazione e della Scienza, chiamato anche Mirai-kan. Questo museo si trova vicino alla Baia di Tokyo, su un’isola artificiale creata negli anni ’90. Per arrivarci bisogna prendere un divertente treno senza conducente della monorotaia Yurikamome che passa in mezzo ai grattacieli e infine attraversa il Rainbow Bridge.

Il Mirai-kan, che significa “edificio del futuro”, tiene fede al suo nome, perché al suo interno ci sono esposizioni che determineranno il futuro di tutti noi. In nessun Paese al mondo, come in Giappone, vengono immaginate, studiate e realizzate macchine dalle fattezze umane. Una delle attrazioni più seguite è lo show di Asimo, un robot umanoide che si muove, salta e corre con la stessa agilità di un essere umano. In altre sezioni si può dialogare con umanoidi teleguidati, cioè che si muovono e parlano ripetendo le azioni di una persona in lontananza. La somiglianza con gli esseri umani è impressionante. Distinguiamo: umanoide è un robot con caratteristiche umane, mentre un androide è un robot del tutto antropomorfo. Al piano superiore, dove si sale girando intorno ad un’enorme mappamondo, c’è un modello della Stazione Spaziale Europea, con tanto di camera da letto dei cosmonauti, a forma di loculo verticale, e gabinetto.

All’uscita ci spostiamo verso la baia per ammirare una copia ridotta della Statua della Libertà che si staglia sulla baia di Tokyo immersa nella foschia e dominata dal Rainbow Bridge. Lungo il percorso passiamo vicini ad un’enorme statua di Gundam, il robot da combattimento dei fumetti giapponesi.    
Torniamo in città e visitiamo il quartiere storico di Ueno, fatto di piccole vie alberate e case basse spesso in legno. Facciamo un giro fino al cimitero e lungo le vie addobbate a festa per una cerimonia che si svolgerà la sera. Ai lati delle vie sono già posizionati i templi in legno, sorretti da portantine, che apriranno la processione.

Nella zona di Ueno ci sono economiche ryokan in cui avremmo dormito se la pigrizia non ci avesse vinto: quando si è in una città, spostarsi di albergo è sempre una seccatura. Per curiosità le visitiamo… per quando torneremo a Tokyo.  Una è la Sawanoya ryokan – www.sawanoya.com – con 10 stanze quasi tutte con bagno e sauna in comune; la doppia costa 9720 yen (73 euro). L’altra è la Katsutaro Ryokan – www.katsutaro.com – , belle le stanze con bagno, ma poco interessanti quelle con il bagno in comune, visto che ha una semplice doccia; il costo delle stanze con bagno è di 11400 yen (86 euro). Entrambe sono indicate nella Lonely.

Asakusa, non lontana da Ueno, conserva un forte spirito di antichità. Il tempio buddhista Senso-ji è il più visitato della città, custodisce una statua dorata di Kannon, il bodhisattva della compassione. Ma non riusciamo a vederlo. Intorno c’è il tempio con il portale rosso chiamato Kaminari-mon e una pagoda a cinque piani ricostruita nel 1973. Il viale è pieno di bancarelle simili a quelle  del mercatino di Natale, dove al posto delle statue in legno della Madonna, ci sono quelle del Buddha. Vicino a tempio c’è l’interessante Kaminarimon Ryokan – www.kaminarimon.co.jp -, un po’ più lussuosa di quelle di Ueno e con prezzi poco più alti.

Torniamo in centro. A Rampogi Hill visitiamo il museo di design 21_21, progettato da Andò Tadaro, con una mostra temporanea di attrazioni scientifiche, realizzate utilizzando oggetti di recupero, come la serie di sacchetti dell’immondizia che si gonfiano e si sgonfiano a tempo, oppure un trenino che si muove al buio, proiettando con la luce dei suoi fanali delle sagome sul muro... interessante. Sempre a Rampogi saliamo sullo Sky Deck del Museo D’arte Mori, con una vista che domina tutta la città e la Tokyo Tower proprio davanti. Già che ci siamo diamo un’occhiata alla mostra temporanea sulla guerra del Vietnam.

Finiamo la visita di Tokyo facendo un giro per Ginza, il quartiere dei negozi d’alta moda, dove le donne in kimono attendono l’arrivo dei dirigenti d’azienda e dei politici.

Siamo stati ben cinque giorni in questa città, così grande che siamo riusciti a vederne solo una parte… il resto sarà per la prossima volta. I musei che chiudono alle 17 e il buio che arriva poco dopo le 18 hanno sicuramente contribuito a limitare le visite. Molto tempo è stato perso anche nella metro, per spostarci da un quartiere all’altro, un vero mondo sotterraneo dove talvolta bisogna camminare anche più di mezzo chilometro per spostarsi da una linea all’altra.

Domattina si torna in Italia con un volo dell’Aeroflot, prima  verso Mosca, poi Venezia. Voleremo proprio sopra le città che abbiamo visitato e sarà come cancellare a ritroso tutto quello che abbiamo percorso via terra. Un abbraccio a tutti.

La copia della statua della libertà nella baia di Tokyo. Sullo sfondo il Raimbow Bridge.

Vista dalla monorotaia Yurikamome che conduce alla baia di Tokyo. Il treno viaggia senza conducente.

Il grande mappamondo all'interno del Museo Nazionale dell'Innovazione e della Scienza  

L'uscita di Asimo, il robot della Honda che corre, salta e balla come un essere umano.

Tutti incantati a guardarlo

Chi è l'androide? ...lei parla e dialoga con le persone..teleguidata a distanza

Il pupazzo-bambino parla, muove la testa, la bocca e gli occhi esattamente come un essere umano

Anche lei può dialogare con le persone, teleguidata a distanza. Una telecamera riproduce gli stessi movimenti della testa di una persona che parla a distanza.

Un statua gigante di Gundam, il robot da combattimento dei fumetti giapponesi

Asakusa: il portale rosso Kaminari-mon del tempio di Senso-ji

Asakusa: la pagoda a cinque piani alta 55 metri del tempio di Senso-ji

Asakusa: risciò per i turisti trainati a piedi

Ingresso del National Art Center...ecco come non farsi rubare gli ombrelli

Ingresso del museo: disinfettarsi le mani prima di entrare!

L'interno del National Art Center, opera dell'architetto Kisho Kurokawa

Negozi dell'alta moda nel quartiere di Ginza

Un incrocio di Ginza

Un centro commerciale di Ginza

Pepper, il piccolo androide messo in vendita e andato a ruba: 1800 esemplari venduti in poco tempo.

Rampogi Hill: la grande opera in ferro, raffigurante un ragno, ai piedi del Museo d'Arte Mori

Una mostra temporanea sulla guerra in Vietnam all'interno del museo Mori di Rampogi Hill

Un quartiere "cubista" ai piedi della Rampogi Hill, visto dallo Sky Deck del museo

Sky Deck del museo: vista della Tokyo Tower e sullo sfondo la baia di Tokyo

Il museo d'arte moderna 21_21 progettato da Andò Tadaro

I suggestivi interni del museo 21_21

Un'installazione scientifica nel museo 21_21

Un'altra installazione nel museo 21_21: nella stanza buia un trenino giocattolo con un faro davanti, si muove creando delle ombre sul muro

Museo Miriakan: il gabinetto all'interno della Stazione Spaziale Internazionale

Una cabina personale (simile a quella di Samanta Cristoforetti) con letto verticale, tavolo personale e vista sul mondo...nel vero senso della parola.

...saluti dallo spazio...le fragole maturano anche qua!

sabato 29 agosto 2015

Le escursioni a Nikko e Kamakura

Durante il viaggio per Nikko leggiamo (in: “Arte e Pensiero in Giappone” di Marcello Ghilardi) che le prime informazioni che noi occidentali abbiamo avuto del Giappone ci sono arrivate attraverso la Cina, il primo grande “altro” del Giappone (…come tutti i paesi e i popoli, anche quello giapponese ha assunto un’identità e una consistenza in relazione ad altro da sé). Ed è proprio attraverso la mediazione della Cina, e del nostro Marco Polo, che il Giappone ha assunto il nome con cui è conosciuto oggi.

Giappone, Japan, Japon derivano tutti dal termine Cipango o Jipangu, con cui Marco Polo lo trascrisse dal cinese, prima in persiano (la lingua da lui utilizzata per parlare con gli interpreti cinesi) e poi in “italiano”, nel suo Milione. Il significato cinese della parola Cipango è “luogo dove ha origine il sole”, da cui il nome “Paese del sol levante” con cui talvolta chiamiamo il Giappone. Ecco cosa dice Marco Polo:

“Cipangu è un’isola verso levante, in alto mare a millecinquecento miglia dalla costa. L’isola è molto grande, gli abitanti sono bianchi, belli, e di belle maniere; sono idolatri e non stanno sotto la signoria di nessuno se non si se stessi. […] Il palazzo del signore dell’isola è molto grande ed è coperto d’oro, come da noi si coprono di piombo le chiese. […] A Cipangu vi sono perle in abbondanza, e sono tonde e grosse e rosate, più pregiate quindi di quelle bianche; vi sono anche molte pietre preziose e non si potrebbe calcolare la ricchezza di quell’isola.”

Malgrado fosse stato scoperto già in antichità, il Giappone è rimasto nascosto al mondo fino alla metà del XIX secolo, quando le sue arti e la sua cultura cominciarono a sorprendere l’Occidente. Vincent Van Gogh fu uno degli artisti che più rimase colpito, tanto che alcuni suoi dipinti sono stati ispirati da tele giapponesi.

Escursione a Nikko (8 ore)

Per arrivare a Nikko prendiamo il treno ad Asakusa, poco lontano dalla Tokyo Sky Tree, la torre per telecomunicazioni più alta al mondo, con i suoi 634 metri. Pagando l’equivalente di 30 euro si può arrivare alla piattaforma più alta, posta a 450 m e avere una vista su tutta la metropoli, fino al monte Fuji, se le nuvole lo permettono. E’ una strana coincidenza il fatto che la zona dei templi di Nikko, dove stiamo andando, si trovi proprio ad un’altezza di 634 metri sul livello del mare, con tanto di targa che lo ricorda.
I templi e i santuari di Nikko sono considerati tra i più spettacolari del Sol Levante; essendo scuri, si apprezzerebbero di più con il sole, invece noi continuiamo ad avere cieli grigi. La storia di questo luogo risale al VII secolo, quando il monaco Shodo Shonin si ritirò in queste montagne fondando un eremo, ma la fama di Nikko crebbe solo dopo che fu scelta come sito per il mausoleo di Tokuguawa Ieyyasu, la cui dinastia dominò il Giappone per 250 anni. I templi attuali risalgono al XVII secolo.
Il santuario shintoista principale di Tosh-gu è l’attrazione più importante, con decorazioni in foglia d’oro, elaborati intagli, antiche mura ricoperte di pietra, file di lanterne perfettamente allineate e torii vermigli che danno un po’ di colore al tutto. Nelle colline intorno ci sono tanti templi da visitare, tra questi il gigantesco Rinno-ji che custodisce tre Buddha in legno dorato alti 8 metri. Ne vediamo solo uno, perché gli altri sono in restauro.

Escursione a Kamakura (4-5 ore)

Fra il 1185 e il 1333 Kamakura fu la prima capitale del Giappone feudale. Il suo massimo splendore coincise con la grande diffusione del buddhismo, così si riempì di templi, gli stessi che si possono ammirare oggi. I siti da visitare distano tra loro alcuni chilometri, se il cielo non fosse coperto varrebbe la pena percorrere tutti i sentieri a piedi, passando attraverso la fitta vegetazione. Noi ci incamminiamo solo nella parte sud-occidentale, dove si trova Daibutsu, il monumento con una statua bronzea del Buddha alta circa 12 metri, immagine simbolo di tutta l’aera. Pagando pochi yen si può entrare nello spazio vuoto all’interno della statua.

A pochi minuti da Daibutsu si trova Hase-dera, il tempio con la scultura in legno di Kannon, il Buddha dell’infinita compassione. Il tempio risale al 736 d.C., quando, secondo la leggenda, il mare depositò la statua sulla spiaggia vicina. Dalla terrazza si ha una vista sul mare molto suggestiva. Intorno le cicale sono quasi assordanti.

Decidiamo di tornare in stazione a piedi, scendendo prima  fino alla spiaggia e seguendo poi la battigia (ci orientiamo sempre con le mappe offline di Google). Questa è una delle spiagge di Tokyo. Qualcuno fa il bagno, altri si riposano sulla sabbia, in mare ci sono molti surfisti. La sabbia è molto scura, sorge il dubbio che il suo colore sia dovuto agli scarichi dell’immensa città che si riversano su queste acque.

Nikko. Il ponte rosso verniglio sul fiume Daiya-gawa in fondo all'abisso di Kanman-ga Fuchi
Nikko. Il santuario di Tosho-gu
Le famose tre scimmie del santuario Tosho-gu di Nikko. Una si copre le orecchie, un'altra gli occhi e la terza la bocca. Rappresentano i tre principi del buddhismo Tendai che prescrivono di "non dare ascolto alla malvagità, non vedere la malvagità, non parlare con malvagità".
Nikko. Uno dei santuari all'interno del tempio decorato con foglie d'oro
Nikko. Le lanterne di pietra intorno al santuario Tosho-gu
Nikko. La facciata dorata con il portale in legno antico
Kamakura: la statua bronzea di Amida Buddha nel tempio di Kotoku-in
Kamakura. Il Buddha Kannon, il bodhisattva dell'infinita compassione, nel tempio Hase-dera
Kamakura: una serie di Buddha lungo la salita al santuario
La cicala gigante che ci ha accompagnato tutti i giorni con il suo frinire assordante, assomigliante più ad uno stridulo o ad un urlo 
La bella vista del mare di fronte a Kamahura, dalla terrazza del tempio di Hase-dera
La spiaggia con sabbia scura
In spiaggia non si possono bere alcolici, sporcare, fumare, ecc... ma soprattutto non si possono mostrare gli eventuali tatuaggi sulla pelle
I giapponesi scrivono la data all'incontrario: 2015-08-29
Gli spazi sono sempre pochi in Giappone: le pompe di benzina vengono poste in alto

Viaggio in metro a Tokyo: i giapponesi hanno una grande passione per i manga (fumetti).
Metro a Tokyo: anche i giapponesi allungano le mani nelle ore di punta, quando la metro è piena, per questo alcuni vagoni vengono riservati alle sole donne.

La mascherina sarà per motivi igienici, oppure per motivi religiosi?