domenica 19 luglio 2015

Il confine tra Asia e Europa a Ekaterinburg

- Ci fermiamo due giorni e una notte, temperatura esterna massima 18°C, +2 ore rispetto a Mosca -

Ekaterinburg (Yekaterinburg in russo: questa differenza è importante quando si devono prenotare i treni sul sito delle ferrovie russe) è stata fondata da Pietro il Grande nel 1723 allo scopo di sfruttare le ricchezze minerarie degli Urali. La città prese il nome da due Caterine: la consorte di Pietro stesso e la santa patrona russa delle miniere.

Ekaterinburg è però nota soprattutto per la strage dei Romanov, perpetrata dai bolsevichi nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918, esattamente 97 anni fa. Lo zar Nicola II e la sua famiglia furono trucidati nella cantina di una casa del luogo. Ora, in quel luogo, è stata costruita la Chiesa sul Sangue, probabilmente il più grande monumento in memoria dei Romanov. La chiesa Russa ha beatificato la famiglia Romanov nel 2000. Nel pomeriggio, quando siamo andati a visitare il sito, era in corso davanti alla chiesa un’enorme celebrazione liturgica con migliaia di fedeli. La visita al monumento è davvero suggestiva. Poiché subito dopo la strage non tutti i corpi furono trovati, sorse la leggenda che una delle figlie, Anastasia, fosse sopravvissuta. Diverse furono le donne che dichiararono di esserlo. Nel 1990 la prova del DNA, su dei corpi trovati molti anni dopo nel bosco, provò in modo definitivo che Anastasia fu uccisa insieme alla sua famiglia.

Piove a Ekaterinburg, nuvole basse, nebbia. La ragazza che ci accoglie nell’appartamento guest-house ci dice che sono 15 giorni che non vedono il sole. Anche questo ostello si rivela un’ottima scelta (valutato 9,2 su Booking): in pieno centro, arredamento nuovo e tenuto costantemente pulito dalla giovane padrona di casa. Continuo a chiedermi dove siano gli uomini. Attraversando il fatiscente ingresso di un’ enorme palazzo non si direbbe che l’appartamento da cui è stato ricavato questo ostello sia così moderno. In cucina c’è tutto l’occorrente per prepararsi un the o un caffè. La nostra camera è spaziosa e domina la città, ma non si può chiudere a chiave, l’occhio vigile della padrona è più sicuro delle serrature.

Dopo più di una settimana in questo Paese abbiamo imparato a fidarci dei Russi: persone corrette, oneste, che mai hanno tentato di approfittare del fatto che siamo turisti stranieri. A volte sono burberi, scontrosi, ma la gentilezza e la disponibilità della maggior parte di loro compensa pienamente le lacune.

Nel pomeriggio facciamo un giro in ul Vaynera, l’unica via pedonale, un format che sembra ripetersi in tutte le città: una sola unica via piena di negozi, bar e ristorantini, l’immancabile MC Donald (ce ne sono più qui che negli Stati Uniti) e tanti artisti di strada. L’abbigliamento è ancora più contenuto, ben lontano dalle scollature e dai pantaloncini inguinali di San Pietroburgo. Le donne anziane vestono spesso con gonne lunghe e fazzoletto in testa, come nell’immagine più classica di questo paese.

In fondo alla via si trova il museo di Geologia degli Urali, con otre 500 minerali provenienti dai monti Urali e una grande collezione di meteoriti (oltre 100) con foto e video che illustrano il loro impatto con l’atmosfera. È impressionante come sia luminoso l’ingresso di una meteorite nell’atmosfera, sembra un’esplosione in cielo, visibile anche di giorno. Il museo sembra essere una delle più grandi collezioni al mondo di questo tipo. Molto interessante.

Dopo uno spuntino al Pizza Mia, una catena di locali che offrono cibo che assomiglia alla nostra pizza, andiamo a mangiare in uno dei tanti self-service. La sera le vie si svuotano presto, ma non ci sentiamo mai in pericolo.

Ekaterinburg è considerata la capitale politica dei Monti Urali, al confine tra l’Europa e l’Asia, 1814 km di treno da Mosca. Il confine fisico vero e proprio si trova 40 km più indietro, verso Mosca, dove c’è una stele in pietra ormai abbandonata. Per renderlo più accessibile  ai visitatori è stato costruito un nuovo monumento a soli 17 km dalla città, lungo la strada principale, una specie di Torre Eiffel in miniatura. Ci andiamo la mattina successiva con un taxi chiamato dalla nostra padrona di casa (850 rubli). L’auto è un SUV. Le automobili in Russia sono tutte di grossa cilindrata perché la benzina costa molto poco, 33 rubli al litro, poco più di 50 cent di euro.

Nel pomeriggio visitiamo il museo delle Belle Arti che conserva l’elaborato padiglione in ferro battuto vincitore dell’EXPO di Parigi del 1900. Il museo, oltre ad una serie di dipinti dell’800 di artisti minori russi ed europei, contiene una serie di pietre preziose  ritrovate nelle miniere degli Urali. Verso sera andiamo al supermercato per fare la scorta di cibo per i giorni che passeremo in treno. Partenza alle 22.21 (20.21 ora di Mosca) con il treno da Ekaterinburg per Irkutsk, dove arriveremo dopo 55 ore di viaggio.

Il nostro vagone nel viaggio notturno da Kazan a Ekaterinburg

Così vengono ricevuti all'arrivo del treno i turisti che "pagano"... 

La famiglia dei Romanov fu trucidata nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918 

La beatificazione della famiglia Romanov da parte della chiesa russo-ortodossa avvenuta nel 2000

Prorprio il giorno del nostro arrivo a Ekateriburg si è svolta una cerimonia commemorativa davanti alla Cattedrale del Sangue


Il confine tra Europa e Asia a Ekaterinburg
Un rito degli sposi di Ekaterinbur è quello di annodare un nastro negli alberi intorno al monumento sul confine tra Europa e Russia 

Meteoriti nel museo di Geologia degli Urali di Ekaterinburg

Oggetti realizzati con le pietre preziose proveniente dagli Urali

Il padiglione russo che vinse l'EXPO all'esposizione del 1900

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