venerdì 24 luglio 2015

Irkutsk e una sauna al lago Baikal

A Irkutsk stiamo due giorni, uno al lago (a Listvyanka) e uno in città. Fa caldo: 33°C, giorni di sole.

Quando arriviamo alla stazione di Irkutsk, dopo i 3.500 km di treno, dobbiamo spostare le lancette dell’orologio in avanti di tre ore: ora siamo +5 rispetto a Mosca, +6 rispetto all’Italia. Operazioni di questi tipo si fanno di solito quando si vola in aereo, non c'era mai capitato di spostare di così tanto l’orologio dopo una tratta in treno o in bus. La Russia ha nove fusi orari, ma gli orologi esposti nelle stazioni e a bordo dei treni segnano sempre l’ora di Mosca.

A Irkutsk ci si accorge di essere lontani dall’Europa, le persone hanno gli occhi a mandorla e i lineamenti del viso sono decisamente orientali. Facciamo un giro per il mercato della città prima di prendere il marshrutka (pulmino) che ci porterà al lago Baikal, 70 km a sud della città. Il mercato è molto grande, ha sia una zona coperta che scoperta, ed è diviso in settori. Ci lavorano solo le donne, come sempre, spesso sorridenti; i pochi uomini presenti sono burberi e talvolta antipatici. Facciamo colazione al volo mentre passiamo per i banchi, con banane e kefir, uno yogurt acidulo. Nella sezione del miele ci offrono diversi assaggi.

Una ventina di chilometri prima di arrivare al villaggio di Listvyanka visitiamo il museo etnografico Taltsy, una notevole esposizione di vecchi edifici siberiani situati in un’incantevole foresta vicino al fiume. Alla Kacca (cassa, biglietteria) non ci vogliono tenere gli zaini, così andiamo avanti finché una guardia ci dice di lasciarli lì, vicino a lui, lungo la strada…chissà se li ritroveremo. Il museo è carino, ma le case fatte di tronchi di legno non sono poi tanto diverse dalle nostre tipiche case di montagna.

La strada che porta a Listvyanka corre lungo la sponda nord del lago. Sembra di essere al mare, la distesa d’acqua si perde a vista d’occhio. Sulla spiaggia di sassi ci sono turisti e locali in costume, ma solo pochi coraggiosi osano fare il bagno: l’acqua del lago, ghiacciata per buona parte dell’anno, d’estate non supera i 10 °C. Andiamo a piedi verso il Baikal Hostel, super consigliato dalla Lonely Planet perché è immerso nel verde (anche troppo per chi deve farsi 30 minuti a piedi con gli zaini in spalla). Noi siamo attirati dalla possibilità di fare la banya, la caratteristica sauna russa. Questa è l’unica sistemazione che fino ad ora non abbiamo prenotato con Booking, scrivendo direttamente una mail.

Abbiamo fatto la banya la sera stessa, dopo cena, eravamo soli. La struttura, isolata dal resto della casa, ci ha permesso di uscire nudi dopo ogni ciclo di banya e osservare il cielo pieno di stelle: Cassiopea, l’ Orsa Maggiore e Minore, si distinguevano chiaramente tra gli alberi sopra di noi. La banya è una tradizione siberiana presente in molte case. È composta da una camera a vapore con una temperatura superiore agli 80°C, un secchiello per versarsi l’acqua fredda sul corpo appena usciti dalla stanza e dei ramoscelli di betulla per fustigarsi (o farsi fustigare) il corpo in modo da detergere a fondo l’epidermide. Pare che la linfa contenuta nelle foglie dei rami di betulla contribuisca a liberare la pelle dalle tossine. Per entrare nella stanza calda si deve indossare un cappello di feltro in modo da proteggere i capelli dall’effetto del calore.

Nel pomeriggio, lungo la strada che costeggia il lago, vediamo una donna che sta affumicando l’omul, un pesce tipico, cugino del salmone e della trota, lo stesso pesce che vedevamo vendere lungo i binari alle fermate del treno. Ci fermiamo sui tavoli improvvisati che ha allestito nel cortile di casa per pranzare con due bei pescioni, una pagnotta di pane e del the. Buonissimo.

Al mercato del villaggio, dove l'omul viene venduto in quantità industriale, troviamo il coraggio di bere il kvas, una bevanda fatta di pane di segale fermentato in acqua, che in estate viene spesso spillato per strada da grossi fusti sistemati su carretti. L’aspetto è quello della Coca Cola, il sapore ricorda la birra allo zenzero ed è magnificamente fresco e dissetante. 

Passiamo il resto della giornata camminando lungo il fiume e fermandoci a sorseggiare una birra mentre il sole tramonta sull’acqua. Gli unici due turisti occidentali che incontriamo sono una coppia di olandesi in viaggio lungo la trasmongolica. - Dopo il lago Baikal la linea ferroviaria si divide in quattro rami, i due più famosi sono la transiberiana e la trasmongolica; quest’ultima passa per Ulaan Batar e finisce a Pechino, in Cina. - Per i due turisti il Baikal è la prima tappa dopo Mosca; hanno trascorso quattro lunghi giorni di treno durante i quali hanno ammesso di essersi annoiati, soprattutto per la monotonia del paesaggio. Ci ha colpito il fatto che un’agenzia abbia prenotato loro tutto lo scompartimento chiuso (kupe) in modo che potessero essere soli… probabilmente si sono annoiati proprio per questo, se lungo il viaggio non puoi osservare la giostra di persone che ti gira intorno, e che talvolta ti rompe le palle, perdi una grande parte dello spettacolo.

L’indomani, dopo aver fatto colazione nella nostra baita, partiamo per tornare a Irkutsk, fermandoci prima al Museo del Baikal, uno dei rari musei dedicati ad un lago. Il museo, anche se quasi tutto in russo, è interessante. Scopriamo che il Baikal è il secondo lago più grande al mondo dopo il lago Titikaka, ma essendo il più profondo, è quello che contiene più acqua, quasi un quinto dell’acqua dolce non ghiacciata di tutto il pianeta. Nella parte nord del lago vive una grossa colonia di foche, molto piccole per dimensioni, le uniche di acqua dolce sulla Terra. Hanno occhi molto grandi, muso tondo e possiedono zampe con forti artigli che permettono loro di rompere il ghiaccio. Nel museo ci sono due esemplari vivi osservabili attraverso un vetro mentre nuotano nella vasca. Sono così grosse che il loro corpo sembra un enorme uovo…sono buffe!

Durante l’inverno le temperature di questa parte della Siberia scendono fino a -40 °C e il lago gela completamente fino a tre metri di profondità, permettendo alle automobili, e ai camion, di attraversarlo senza l’uso del traghetto. All’inizio del secolo scorso la transiberiana non girava intorno al lago, si fermava ad Irkutsk per riprendere dalla parte opposta del Baikal e una nave rompighiaccio trasportava i viaggiatori da un punto e l’altro. Questa nave è ora diventata un museo visitabile a Irkustk. Facciamo la foto di rito alla roccia dello sciamano (una piccola roccia che emerge dal lago) che si trova praticamente di fronte al museo e torniamo in città.

A Irkustk fa tanto caldo, prendiamo posto nel nostro albergo e giriamo la città, che non ha poi molto di interessante. Visitiamo il monastero Znamensky e la rompighiaccio ormeggiata nei pressi della Diga dell’Angara, una grande barriera sul fiume che si pensa abbia causato l’innalzamento del lago Baikal di oltre un metro. Un ragazzo ci invita a visitare il nuovo quartiere pedonale “130”, fatto di costosi caffè e negozi, su pessima imitazione delle città occidentali.  

Malgrado Irkutsk fosse conosciuta come “la Parigi della Siberia”, anche per i suoi tanti bar e ristoranti, facciamo fatica a trovarne uno che ci piaccia. Finiamo per cenare con una pessima pizza. Una curiosità: le città che abbiamo incontrato prima di questa erano piene di Mc Donald’s, forse più numerosi di quelli presenti nelle città americane stesse, Irkutsk è la prima che non ne ha nemmeno uno.


  Tundra, Taiga, Steppa
Sono termini spesso usati indifferentemente, mentre indicano ambienti naturali ben precisi e diversi fra loro. Da Meridiani, “Siberia”.
  Tundra. Dal termine lappone tunturia, “pianura senza alberi”. È la vegetazione ai limiti delle zone artiche: muschi, licheni, arbusti molto piccoli (erbacee, mirtilli, sussifraga). Nella tundra piove pochissimo e solo in estate. Frequentano questo ambiente renne, caribù, alci, volpi polari.
  Taiga. Dal termine tajgà, di probabile origine altaica (indicava la “montagna coperta d’alberi”). Comincia dove termina la tundra e finisce a sud dove iniziano le foreste temperate. Addirittura un terzo della massa boschiva mondiale è data dalla taiga: abeti, larici, pini, betulle, pioppi,. Frequentano questo ambiente alci, renne, cervi, volpi, lupi, linci, orsi, ermellini, zibellini e castori. Molti insetti in estate.
  Steppa. Dal termine russo step, ossia “pianura secca”. È una prateria coperta soprattutto da erbe (graminacee) e arbusti. Pochissimi gli alberi. L’escursione termica è notevole: inverni freddi (-40) ed estati calde (+40). Poche piogge. Oltre alla siberiana, sono steppe anche quelle della Patagonia, le pampas argentine e le grandi praterie americane. Fra gli animali: ungulati, roditori, rettili

Appena arrivi a Irkutsk i volti cambiano e ci si rende conto di essere in Asia
La cattedrale di Irkutsk di color bianco e salmone
La rompighiaccio "Angara". Un tempo trasportava i passeggeri della transiberiana attraverso il lago Baikal
Chiese siberiane al museo etnografico di Taltsy
Le caratteristiche finestre delle case siberiane
Omul, pesce simile al salmone e alla trota
Vendita dell'omul, pesce endemico del lago Baikal
Una birra aspettando il tramonto sul lago
La banya, la sauna russa, con il fascio di ramoscelli di betulla con i quali ci si fustiga
Vista del lago
...e chi penserebbe che qui d'inverno ci sono metri di neve?
Il Balka hostel, per raggiungerlo camminiamo per 30 minuti
Colazione nella nostra baita
Al lago tutto è azzurro
Nuvole di farfalle

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