sabato 18 luglio 2015

Le notti bianche a San Pietroburgo

Passiamo il confine tra l'Estonia e la Russia verso le 6 di mattina. Siamo ancora assonnati per aver trascorso la notte a guardare il 'sole che non tramonta mai'. In realtà a queste latitudini il sole tramonta sempre d'estate, anche se per poche ore, ma non scende mai tanto sotto l'orizzonte, per cui nel cielo rimane sempre un po’ di luce, tanto che non si vendono le stelle. È come se il tramonto e l'alba si susseguissero con continuità senza passare per la notte.

Al confine con la Russia le formalità sono veloci. Scendiamo tutti dall'autobus, compiliamo il modulo bianco d’ingresso (da conservare assolutamente fino all’uscita dal paese) e passiamo. Il funzionario ha storto un po’ il naso per la differenza tra la foto nel passaporto di Ruggero e l’aspetto attuale con capelli e barba lunghi, ma poi ci ha lasciato andare.

La prima cosa da fare è prelevare dei rubli con il bancomat, cosa non facile, perché le indicazioni sono solo per metà in inglese. Chiediamo aiuto ad una ragazza. Riusciamo a prelevare solo 9.000 rubli (150 euro) invece dei 15.000 che volevamo. Buona parte dei bancomat in Russia hanno un limite basso di prelievo, alcuni 5.000 rubli, altri 10.000, solo alcuni ci permettono di prelevare di più, ma con un po’ di pazienza li abbiamo sempre trovati. Non ci conviene fare tanti piccoli prelievi, perché c’è una commissione bancaria per ogni prelievo, indipendentemente dalla cifra
.
Per fortuna le fermate della metro sono indicate anche i con caratteri latini, per cui arriviamo facilmente in centro città. Della metro ci colpiscono alcune stazioni con un design particolare, ma rimaniamo sorpresi soprattutto dalla profondità con cui si scende con le scale mobili: si possono tranquillamente leggere alcune pagine di un libro mentre si sale o si scende. Notiamo una pulizia che non ci aspettavamo, nessuna carta in giro, nessun mozzicone di sigaretta per terra.

Dopo aver lasciato i bagagli nel nostro ostello, situato al quinto piano di un palazzo in Prospettiva Nevsky, forse la via più famosa di tutta la Russia, giriamo per la città. Tutte le vie di San Pietroburgo sono larghissime e Prospettiva Nevsky ne è l’emblema, con due marciapiedi larghi dieci metri e in mezzo una strada a sei corsie, dove la automobili sfrecciano a velocità impressionante. Tutta la via è piena di bar, negozi e ristoranti. Sempre piena di gente, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

San Pietroburgo è anche una città di canali, le persone locali ci tengono a dire che è la Venezia del Nord. Peccato che questi canali siano enormi e ci navighino solo motonavi con turisti. Di fianco ai canali ci sono le strade, sia a destra che a sinistra e solo un piccolo marciapiede per i pedoni. Ovunque ci sono turisti, tanti, da tutto il mondo, Italia compresa. Come prima cosa visitiamo la bellissima Chiesa del Sangue Versato, costruita sul modello di San Basilio a Mosca, eretta sul luogo dove fu assassinato Alessandro II nel 1881. Giriamo poi fino a notte tarda, contemplando il cielo ancora azzurro di mezzanotte.

L’indomani piove, ci mettiamo in fila per l’Ermitage e lo visitiamo in cinque ore. Indubbiamente bello, non solo per le opere esposte (come le opere del Canova e due quadri di Leonardo da Vinci), ma anche per l’arredamento delle sale interne. Scopriamo per caso che i quadri degli impressionisti del ‘900 sono stati spostati nel nuovo allestimento della Gendarmerie, dall’altra parte della piazza rispetto all’Ermitage, e si può visitare con lo stesso biglietto. A differenza dell’Ermitage, dove c’è così tanta gente che si fa fatica anche a muoversi, la sezione degli impressionisti è quasi vuota. Probabilmente la maggior parte delle persone escono sfinite dal museo principale e decidono di averne abbastanza. Nel pomeriggio esce finalmente il sole.

Il terzo giorno visitiamo la zona di Pietrograd, che contiene la fortezza di Pietro e Paolo, risalente al 1703, l’edificio più antico di San Pietroburgo. Fu il primo insediamento della città. La fortezza non dice molto, ma la visita alle sue prigioni è interessante.

Ritornando a piedi verso il centro della città ci fermiamo al museo Kunstkamera, istituito da Pietro il Grande per accogliere la sua collezione di “mostruosità” formata da esseri deformi, feti bicefali e parti del corpo umano conservati in formalina. Impressionante, ma allo stesso tempo interessante: certe “mostruosità” pensavamo esistessero solo nella mitologia.
Come ultima visita saliamo in cima al colonnato della cattedrale di Sant’Isacco, dalla quale si ha una bella vista della città...ma ancora piove.

Interessante è stato il tentativo di fare delle fotocopie all’ufficio postale, per arrivarci abbiamo dovuto varcare una porticina anonima e scendere delle scale buie: in Russia il retaggio del passato si nota proprio in queste piccole cose. Prima di prendere il primo treno del nostro viaggio, il notturno per Mosca, facciamo una visita ad alcune stazioni ferroviarie d’epoca.

San Pietroburgo è bella ma non economica.

Alle 22.20 saliamo, tutti emozionati, sul nostro primo treno russo. Abbiamo cuccette di terza classe, quelle in alto, perché al momento della prenotazione, un mese fa, erano finite tutte quelle in basso, più comode. Pensiamo di dover pagare per le lenzuola invece sono già comprese nel prezzo: il treno è pulito, i russi parlano a voce bassa (a parte quelli ubriachi) e sulle cuccette in alto si sta da dio… SI PARTE! 

L'Ermitage di San Pietroburgo

La sala delle sculture del Canova

La Madonna col Bambino di Leonardo da Vinci

La chiesa del Sangue Versato

Cupola della Chiesa del Sangue Versato

Interni dell'Ermitage...ricordano la Fenice di Venezia

I canali di San Pietroburgo di notte

Il cielo di mezzanotte su Prospettiva Nevsky

Il museo Kunstkamera, una raccolta di mostruosità

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