sabato 18 luglio 2015

Vilnius la capitale della Lituania

Ore 8.30. C’è il sole oggi, ma l’aria è frizzante, a momenti fredda, con raffiche di vento che penetrano nelle ossa. La stazione degli autobus è vicino al centro. Lasciamo gli zaini nel deposito bagagli per riprenderli verso le 18, quando abbiamo il bus per Riga, dove abbiamo prenotato una doppia in un ostello del centro.

Vilnius ha il più grande centro storico dell’Europa orientale, edificato tra il XV e i XVI secolo,  ed è Patrimonio dell’Umanità. Puntiamo alla piazza della Cattedrale, dove si trova una mattonella con la scritta steblukas (miracolo), che segna il punto in cui terminava la catena umana, tra Tallin e Vilnius, formata da due milioni di lituani, lettoni ed estoni, in segno di protesta contro l’invasione sovietica. Per esprimere un desiderio si fa un giro di 360° in senso orario stando sulla piastrella. Bisogna però trovarla da soli, in quanto, per scaramanzia, è proibito rivelare la sua esatta posizione. Visitiamo la Cattedrale costruita su un sito utilizzato in origine per il culto di Perkunas, il dio lituano del suono e simbolo nazionale.

Saliamo sulla collina alta 48 metri dove si trova una torre in mattoni rossi del XIII secolo che rappresenta il punto in cui è stata fondata la città. Dall’alto si ha una bella vista su tutto il centro storico. Scendiamo e attraversiamo la Porta dell’Aurora, l’unica ancora intatta delle nove porte che si aprivano sulle mura cittadine.  Sul lato est della porta si accede alla settecentesca Cappella che custodisce un’icona miracolosa della Vergine venerata dalla comunità polacca, profondamente cattolica, ed una delle principali mete di pellegrinaggio dell’Europa orientale, insieme alla Madonna di Cestokova. Diverse donne salgono in ginocchio le scale che portano alla Cappella, recitando una preghiera ad ogni scalino.

In diverse chiese della città assistiamo alle liturgie russo-ortodosse, sempre molto suggestive. Proseguiamo visitando l’Università di Vilnius, la più antica dell’Europa orientale, fondata dai gesuiti e diventata nel tempo uno dei maggiori centri del sapere polacco. I tredici cortili dell’università sono tutti collegati tra loro da stretti passaggi. Visitiamo diversi monumenti, ma quello che più ci interessava, il museo del genocidio, oggi è chiuso.

Si passeggia volentieri a Vilnius, le persone sono gentili e disponibili. La città è economica, sia nel cibo che negli ingressi ai musei che difficilmente superano i tre euro. In nove ore abbiamo girato buona parte della città. Il fiume Vilnius divide la parte vecchia della città dal nuovo quartiere residenziale e commerciale traboccante di grattacieli concentrati in pochi metri. Lo si raggiunge attraverso un lungo ponte. Si sta bene in questa città, eppure non ci entusiasma.

Verso le 17.30 torniamo alla stazione degli autobus, appena fuori le mura. Compriamo il biglietto per quello delle 18.00. Il bus ha la presa dei 220 V e internet. Per tutto il tragitto ci godiamo il lento e rosso tramonto del nord. Arriviamo a Riga alle 22.00, poco prima che il sole tramonti definitivamente. Andiamo subito all'albergo prenotato ieri con Booking è proprio in centro.

La cattedrale in primo piano e sullo sfondo la torre sulla collina di Gedimino, primo insediamento della città 

I colori delle chiese sono sulla tonalità del giallo e del rosa

Interno di una chiesa ortodossa

La piazza della cattedrale con il suo campanile bianco alto 57 metri dal quale si ha una bella vista sulla città

La chiesa di Sant'Anna risalente al XVI secolo, gioiello dell'architettura gotica, con delicati pinnacoli e 33 tipi differenti di mattoni rossi

Icona miracolosa della Beata Vergine nella cappella sopra la Porta dell'Aurora

Cappella affrescata all'interno della vecchia università di Vilnius

Il campanile che domina la piazza dove nel XIX secolo si tenevano mercati e fiere

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