venerdì 31 luglio 2015

In traghetto dalla Russia alla Corea del Sud

Viaggio in nave di 22 ore per una distanza di 730 km.

Il traghetto diretto, che faceva la spola tra Vladivostok e il Giappone, è stato soppresso, ora ne parte uno ogni mercoledì che fa scalo in Corea del Sud. E' l’unico modo per lasciare la Russia senza volare, visto che i paesi confinanti, Corea del Nord e Cina, sono alquanto complicati dal punto di vista del transito.

Poiché il traghetto parte proprio il giorno di scadenza del visto abbiamo cercato di prenotare online il biglietto ancora prima di partire da casa. Non ci siamo riusciti, sembra che la tecnologia coreana non si combini con la nostra. Così abbiamo scritto direttamente una mail alla compagnia dei traghetti che senza problemi ci ha mandato la prenotazione del viaggio, dicendoci che potevamo pagarlo tranquillamente il giorno della partenza. Quando arriviamo all’ufficio del porto scopriamo che non è un “passaggio ponte”, come pensavamo, ma un bel lettino morbido dove riposare durante le 20 ore di traversata.

Prima di salire a bordo passiamo il temuto controllo russo dei passaporti. Quando guarda il passaporto la donna al di là del vetro dice un sacco di parole in russo a Ruggero, forse si lamenta per la differenza del suo aspetto attuale con la foto del passaporto… chissà… comunque alla fine mette il timbro e passiamo. Temevamo soprattutto per il discorso della registrazione del visto, una procedura poco chiara che doveva essere fatta più o meno in ogni città dove abbiamo dormito, ma che solo due alberghi ci hanno fatto. Qualcuno dice che basti una sola registrazione per tutto il viaggio. Comunque non ci hanno chiesto nulla di tutto questo all'uscita.

Una volta saliti in traghetto nella nostra camerata ci troviamo in sei, con noi ci sono: una ragazza giapponese che sta tornando a casa dalla Russia, un signore coreano, presidente di una testata giornalistica importante che ha visitato la Russia per lavoro, un ragazzo olandese che sta facendo il giro del mondo in moto e un altro ragazzo polacco che è arrivato fin qui solo in autostop, senza mai prendere un treno o un autobus. Mentre la nave prende il largo, passando davanti a isole molto belle, chiacchieriamo un bel po’ tra di noi, scambiandoci le esperienze di viaggio. Tutti concordiamo sul fatto che in Russia siamo stati bene.

Quello di viaggiare in autostop deve essere una passione per i polacchi, perché nello stesso traghetto ne troviamo altri due (un ragazzo e una ragazza) arrivati anche loro fin qui dalla Polonia in autostop. Hanno dormito soprattutto in tenda, spesso nei pressi dei distributori di benzina, gli unici posti con presenza umana lungo le isolate strade siberiane. Volevano risparmiare perché sono ancora studenti universitari, in tre settimane hanno speso solo 300 euro a testa!

I turisti occidentali nel traghetto sono pochi, si possono contare sulle dita di una mano, la maggior parte sono vivaci coreani, che dopo essere andati avanti e indietro dalla sauna della nave, si sono scatenati per tutta la serata con il karaoke. Intanto la nave va. Tutto intorno il nulla, solo foschia. Alle 11.30 della mattina successiva, dopo quasi 24 ore, arriviamo al brutto porto di Donghae, in Corea del Sud.

Qui nessuno parla inglese e il bancomat non funziona. Cambiamo qualche dollaro in Won, la moneta locale, e andiamo verso il centro per trovare uno sportello che accetti le nostre carte. Entriamo in una banca ma non riusciamo a farci capire, allora un'impiegata chiama al telefono una persona che parla inglese, la quale ci dice che se vogliamo prelevare con le nostre carte dobbiamo trovare un bancomat con la parola CIRRUS. riportata esternamente. Loro non ne hanno, forse più avanti. Facciamo una passeggiata e finalmente riusciamo a prelevare. Ricarichiamo i nostri zaini sulle spalle e andiamo finalmente alla stazione dei bus di Donghae dove prendiamo al volo quello per Seoul. Dopo tre ore di bus e una in metrò, arriviamo in albergo che son già le sette di sera.

La nostra nave che sbuffa 
Un saluto al porto di Vladivostok
Si parte!
Anche le maschere vanno bene pur di attirare l'attenzione durante le istruzioni di salvataggio
Baia d'Oro: la nebbia nasconde il ponte di Vladivostok  
Il faro all'uscita del porto, raggiungibile a piedi solo con la bassa marea
I nostri compagni di camerata: una giapponese, un coreano, un olandese e un polacco
L'enorme sauna della nave
Le prime miglia
Una foto della mappa con percorso e km percorsi dalla nave

1 commento:

  1. Salve, mi piacerebbe intraprendere un viaggio come il vostro, posso chiedervi dove avete acquistato il biglietto per il traghetto dalla Russia alla Corea e dalla Corea al Giappone e a quanto ammontava il prezzo complessivo?

    Grazie!

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