sabato 15 agosto 2015

Isole di Teshima e Inujima dove l’arte tocca il cuore

Da Hiroshima partiamo per Okayama che terremo come base per fare alcune escursioni nei dintorni. Sarebbe stato più interessante passare per Matsuyama, dove si trova un vecchio onsen, ma non avendo trovato delle sistemazioni abbiamo cambiato leggermente il programma. Da Okayama visitiamo in giornata due isole del Mare Interno giapponese, note per i loro interessanti musei contemporanei.

Dal 1989 le fondazioni Naoshima Fukutake Art Museum e Benesse Corporation portano avanti un progetto di innesto di architetture contemporanee nelle isole interne come strategia per contrastare, attraverso un turismo colto, il declino economico e demografico della regione. Il progetto funziona, visto il numero di persone che visitano quotidianamente le piccole isole.

La prima isola che visitiamo è Teshima, sede del Theshima Art Museum, un museo “vuoto” dove gli artisti Ryue Nishizawa e Rei Naito hanno creano un'esperienza sensoriale. Si tratta di un’enorme struttura in cemento bianco a forma di goccia, o conchiglia, a seconda dei punti di vista, con due fori ovali rivolti verso il cielo. Attraverso queste aperture può entrare la luce, l’aria, l’acqua, il vento. Dentro il vuoto. Dal pavimento nascono delle gocce d’acqua che scorrono unendosi con altre gocce a formare strani rivoli, linee che trascinano il pensiero del visitatore verso un nulla pieno di emozioni. Fantastico.

A qualche chilometro, sempre nell’isola di Teshima, si trova un’altra strana installazione artistica “Les archives du Coeur”, un archivio di battiti del cuore di diverse persone vengono riprodotti ad alto volume in una sala buia con una luce che si accende al ritmo cardiaco. Volendo, per una quindicina di euro, si può registrare il battito del proprio cuore e portarsi a casa la registrazione come souvenir.

Abbiamo perso molto tempo per la visita di questi due musei, prendiamo un taxi per raggiungere il porto di Teshima e prendere al volo il traghetto per l’isola di Inujima, ancora più piccola della precedente, dove una vecchia fonderia è diventata un museo di archeologia industriale in cui l’artista Ryue Nishizawa si fa portavoce di una nuova sensibilità per l’ambiente e le sue risorse. Sempre a Inujima, con lo stesso (costoso) biglietto si visita l’ “Art House Project”, un progetto di riqualificazione di alcune vecchie abitazioni sparse per il villaggio, diventate piccoli musei. Alcune sono proprio interessanti.

Nel tardo pomeriggio prendiamo un traghetto che in dieci minuti ci riporta nella terraferma, ad Hoden Port, e poi con un autobus di nuovo a Okayama, dove arriviamo in serata distrutti ed appagati della bellissima giornata. Non era facile riuscire a fare tutto il giro visti i tempi dei traghetti, per festeggiare ceniamo con una specialità del luogo chiamata “emibeshi” a base di riso, verdure e pesce.

L'esterno del Teshima Art Museum con delle sedie per contemplare i terrazzamenti di riso
Il sentiero è una sottile lingua di cemento
L'interno del Teshima Art Museo visto dal'ingresso
Gocce d'acqua sbucano dal pavimento e poi scivolano creando figure in movimento (foto da catalogo, non è possibile fotografare all'interno)
Il bar ha la forma del museo
L''installazione artistica "Les Archives Du Coeur" riprende l'interno di un cuore e la luce lancia impulsi ad ogni battito. 
La biglietteria dell'isola di Inujima
I resti della fonderia ora diventati un museo
La natura riprende i suoi spazi
Il cuore del museo sotto la ciminiera principale
I mattoni al sole prendono belle sfumature
La ex fonderia si affaccia nel Mare Interno giapponese
Le strutture sparse lungo il villaggio di Inujima
L'antico si riflette nel moderno
Le case del villaggio sono abitate
Al centro della struttura la voce viene riflessa con eco
Sedie per i visitatori
Vista sulle case del villaggio di Inujima
In giallo il percorso circolare fatto con treno, traghetti, taxi e bus.

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