martedì 18 agosto 2015

Mistero e contemplazione nei templi di Koyasan

Una delle più interessanti esperienze che si possono fare in Giappone è sicuramente il soggiorno in un tempio del Monte Koya, presso il villaggio di Koyasan. In questo luogo Kukai (774-835), meglio conosciuto in Giappone come Kobo Daishi, fondò la setta buddhista shingon. Al tempio principale, con il passare dei secoli se ne sono aggiunti molti altri e attualmente se ne contano più di cento, sparsi intorno al monte che si trova ad una altezza di circa 1000 metri. Il luogo è meta di pellegrinaggio per molti fedeli di tutto il Paese, una sorta di Lourdes giapponese.

Da quando l’area è stata aperta al turismo, intorno alla metà del secolo scorso, i monaci hanno cominciato ad offrire vitto e alloggio ai visitatori, permettendo loro di condividere i pasti strettamente vegani e le funzioni religiose del mattino. Il costo per la mezza pensione varia da 75 a 120 euro a testa, a seconda del tempio. Noi abbiamo speso il minimo e abbiamo avuto un trattamento assolutamente regale, con una grande camera in stile giapponese, l’onsen per il bagno e pasti (cena e colazione) con una decina di piatti diversi. La cena viene servita intorno alle 17.30 e la colazione alle 7 del mattino, dopo aver assistito ad un’ora e mezza di preghiera nel tempio con i monaci e la gente del villaggio.

A Koyasan si arriva da Osaka con due ore di treno e poi una funicolare che lentamente si inerpica tra le montagne dalla vegetazione rigogliosa. Il treno cigola abbondantemente mentre affronta le curve in salita, dando già l’idea di arrivare in un luogo lontano nel tempo. I monaci rappresentano la metà della popolazione del villaggio, il resto è costituito dalle famiglie dei monaci che col tempo si sono stabilite qui.

Partiamo all’alba da Osaka perché non siamo riusciti a contattare l’ufficio turistico di Koyasan e prenotare un posto in uno dei templi; arrivando presto speriamo di trovare ancora qualcosa, altrimenti siamo pronti a tornare indietro. Invece ci va bene, alla quarta telefonata il personale dell’ufficio turistico ci trova un posto nel tempio Daienin, poco lontano dal centro del villaggio, sulla strada che porta al cimitero. Nel frattempo continua a piovere, il tifone che sta colpendo il Giappone non ci lascia tregua.

Portiamo i bagagli al tempio Daienin e rimaniamo sorpresi della grandezza della nostra stanza, con tanto di anticamera, e fornita perfino della yukata, un kimono leggero da utilizzare per muoversi nel tempio e per andare all’onsen. Malgrado la pioggia cominciamo la visita dei templi.
Il Kongobuji è il tempio dove risiede il monaco con il più alto grado di Koyasan, che funge da portavoce dell’intera comunità religiosa. L’attuale struttura, risalente al XIX secolo presenta bei paraventi decorati con cura e soprattutto un interessante giardino roccioso, costituito da numerose pietre che nell’insieme sembrano dei fedeli intenti all’ascolto del sermone del monaco. Ci viene offerto pure un the e un dolcetto.

Dall’altra parte della piazza si trova invece il “recinto sacro”, Donja Gara, con diversi edifici religiosi e la pagoda color vermiglio ricostruita nel 1934 dopo essere stata distrutta da un incendio. Dentro uno degli edifici si trova la statua del Buddha cosmico e di quattro Buddha minori. Come consigliato dalla Lonely, decidiamo di visitare l’enorme cimitero di Koyasan dopo cena (visto che si mangia presto), quando le lanterne cominciano ad illuminarsi.

Con la pancia piena di ogni ben di dio, percorriamo il sentiero tra le tombe illuminato dalle piccole luci (per fortuna ha smesso di piovere) e arriviamo alla Sala delle Lanterne che anticipa l’enorme mausoleo dedicato a Kukai, il tempio più venerato di tutto il Monte Koya. Il tragitto è molto bello, sembra di essere in altro mondo (…quello dei morti!). Torniamo nella nostra stanza in tempo per fare un buon bagno caldo nell’onsen. Alle 10 di sera siamo già sotto le coperte. Fuori piove nuovamente.

Il mattino ci alziamo alle 5.40 per partecipare alla preghiera mattutina e al sermone del monaco (ovviamente in giapponese) che non finisce più… per fortuna la colazione ci ripaga della levataccia.

In questo sito si possono trovare delle indicazioni pratiche per la visita e il pernottamento a Koyasan.

La funicolare risale l'ultimo tratto fino a Koyasan
La meta finale, quasi mille metri di altezza
La pagoda Sai-to ricostruita nel 1834
Edifici del tempio buddhista di Kongobu-ji
Il ponte rosso vermiglio all'ingresso del Kongobu-ji
Bei disegni nei paraventi della stanza Ohiro-ma
Il giardino intorno al tempio principale...piove
Il giardino roccioso del tempio dell'abate di Koya-san
Pietre come tanti fedeli che ascoltano le parole del Buddha
La sabbia al posto dell'acqua, le linee rappresentano le onde
La pagoda Dai-to alta 45 m, ricostruita nel 1934
La nostra stanza all'interno del tempio di Daienin
Pronta per la cena
Sembra tanta roba
...ma alla fine mangiamo tutto
Interno del complesso sacro Oku-no-in: il vialetto è orlato da cedri e da migliaia di tombe
Le luci cominciano ad accendersi, iniziamo la salita al tempio Toro-do (Tempio delle Lanterne)
Qui sono inumate le spoglie o anche solo una ciocca di capelli di ogni buddhista giapponese 
Il tempio delle lanterne di Oku-no-in
Verso il mausoleo di Kukai, è il crepuscolo e l'atmosfera è davvero suggestiva
Al ritorno è già buio...ma non siamo soli!
Dopo il sermone la parte più interessante: la colazione

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